venerdì 24 maggio 2013

Lavoro per Racamuto


Esco e leggo una grande squinzata: “siamo sull’orlo del baratro”.  Un tempo sarebbe stato reato come turbativa della quiete pubblica. Ma quale baratro? In Italia, cosa manca? Liquidità bancaria a breve per investimenti durevoli. Male endemico millenario. A Carli si consecgnò nel 1960 un’Italia peggiore. L’economo Einaudi (non economista) bruciando am-lire e risparmiando sino all’osso (la moglie pregava Andreini di non dire al signor Governatore quanto costava la carne perché diversamente a casa Einaudi si era costretti a divenire tutti vegetariani che tanto gli orti di proprietà  abbondavano di ortaggi e per giunta gratis. E Menichella il cupo Menichella vi andava dietro in totale empatia.

Carli era d’altra scuola. Ora non fa purtroppo più scuola: i servizi studi della Banca d’Italia si sono ingolfati in modelli altamente ed astrusamente matematici e la vigilanza parla solo inglese  anche con banche  che l’inglese l’ignorano.

Chi vecchio come me ricorda ha voglia di dire: ma seguite Carli.

 

Due cose Carli sperimentç con grande successo. Due cose che valide allora, andrebbero meglio adesso. Già, torniamo all’antico e sarà un progresso.

A)      I prestiti compensativi;

B)      Il risconto sotto fascia.

Non vogliamo dare lezioni di tecnica bancaria, noi assolutamente negati all’insegnamento.

Così per intenderci diciamo che i prestiti compensativi furono lo scambio tra prestiti in dollari del FMI e garanzie in oro, quello o quello similare che la Banca d’Italia aveva in stragrande quantità nei suoi forzieri, ivi compreso il tesoro dei Sabaudi che ancora si dovrebbe restituire (ma non si sa a chi).

La banca d’Italia , prestatrice di ultima istanza, prerogativa sovrana che manco Ciampi sarebbe legittimato a cassare per regalarla alla BCE di Draghi, prendeva quei fondi in valuta pregiata a tassi quasi nummo1 e li rigirava alle banche ad un tasso ridottissimo. Queste lo facevano presentando sotto sconto (tecnicamente risconto) carta straccia “sotto fascia” (ragion per cui prima della scadenza dichiarata tornava alla base perché diversamente i magistrati d’assalto (pretori di assalto di chiamavano allora, ma allora come ora insipienti di economia anche di quella che serve per erogar loro altissimi stipendi rigonfiati tuttora per un rischio  “pericolo di Mafia” alla Falcone, anche se si è innocui consulenti del mio carissimo e simpaticissimo Angelino Alfano.

In quel modo Carli vinse l’Oscar della lira. Si parlò di miracolo economico. Pensate con un gioco quasi delle tre carte di Tanu Bamminu.

Si può ripetere oggi? Perché no? Basta andare a Pechino farsi fare da loro stavolta stratosferici prestiti compensativi in dollari (ché la Cina sarebbe ben felice di sottrarre agli USA per scemare la montagna dei titoli pubblici americani sottoscritti) e la garanzia la BI la darebbe ultra  capiente con tutte quelle riserve neghittose che tiene ancora in quei bunker che clericalmente si chiamano Sagrestie.

Possono  la CE e la Merkel impedirci prestiti compensativi in dollari dalla banca centrale cinese? A tanto è arrivato Ciampi? Non ci credo.

Pensate a che lancio degli investimenti in Italia ci sarebbe? Da sputarci sopra? Perché? Perché l’America non gradisce? Dobbiamo ancora pagare lo scotto di un’America che ci salva dal pericolo comunista, che ancora può toglierci la libertà? Perché Grillo non dice nulla in proposito? L’America non si tocca?

 

E noi di Racalmuto cosa ci potremmo guadagnare? Ci completerebbero l’aeroporto sotto al Noce (tanto Sciascia non c’è più e gli amici della noce sono ora i soliti noti della carta – locale –stampata); potrebbe essere davvero un bell’aeroporto non per transito di passeggeri ma per scalo merci (specie cinesi) sì. Si potrebbero sfruttare quelle ricchezze dei giacimenti di alabastro che fanno tanto gola alle imprese della Toscana (con cui sono anche in contatto) a secco di materia prima. La Fondazione diventerebbe una università specializzata in archeologia medievale (due manieri medievali a disposizione). Il Castelluccio restituito al demanio sarebbe l’ideale per un museo archeo-floreale della negletta Sicilia del Sud extra greco-romana. E  se sforzo la mia fantasia sai quante ne invento di iniziative, rubando anche all’ex sindaco P Petrotto la geniale idea di dislocare nell’Imbuto del Pantano tanti laghetti sfruttabili per una agricoltura sofisticata. Sì perché questa è la via di sbocco per il superamento della contingente crisi economica italiana.

 

Promesso: seguitemi e oltre mille posti di lavoro specializzato a 4-5000 euro al mese assicurati. Ma voi andate dietro a Grillo e aa ‘sta mania di volere defenestrare Berlusconi del parlamento per una inesistente legge del ’57.

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