venerdì 10 maggio 2013

Degas, l'ignudo.

La fine, delicata, colta e raffinata signora Orianna (saepe respondent nomina rebus) insinua nelle sue sapienti provocazioni un quadro di tal fatta, ruginoso, distorto, floscio: nientemeno che un De Gas (poi Degas).
Ci ero cascato bel bello. Mi sono detto chissà quali misterri, quali angosciate visioni, quali inviti sprecati. Promisi a me stesso che il quadro, mio avrei fatto. Ho studiato, ho pensato e piano piano la magia si è svelata, l'arcano si è diradato.
Nulla, ma proprio nulla, la solita depravazione alto-borgese che si è pagata la contadinella intatta per il suo effimero piacere e vuo tutto godersi dalla preparazione al convegno nella ruginosa stamberga, priva di ninnoli e specchi col tubo del gas appeso disadorno ad iuna informe parete.
Già, Degas. il figlio del magnate ottocentesco, gozzovigliatore di Napoli nobile e stracciona, che se studia studia classici solidissimi degni della sua "condizione econmica e sociale". Un quintessenza  del parigino , assiduo frequentatore dei luoghi del'alta moda.
Quindi questo ambiente non è il suo lo sbircia per un capriccio come se donne e uomini del cosidetto popolino siano fatti per servire a VOSCENZA.
Il capolavoro giovanile è "La Famiglia Bellelli"
 
 
In scuro, con cilindro, quattro volti ed un cappello
 
 anche se consulti un estratto-conto. Seri, compunti e con barba anhe con pochi anni addosoos. E ciò in una Napoli in mezzo al gruado borbonico.
Eppure per i loro bisogni erotici corporali, i signori hanno da metter sù un cerimoniale che dovrebbe nobilitarli. Noioso, afflosciante.  Meglio oggi che non vi è più bisogno di inscenare l'atmosfera su Piazza del Popolo che il depravato D'Annunzio mirabilmene annota in queste pagine del (suo) piacere. Oggi, vi è il lussuoso hotel, la limousine se si esperimenta la sveltina, ma nache il prato verde nella pineta di Ostia o - perché no?- l'alcova di lei, mentre il marito discretamente deve assentarsi per una inesistete chiamata al telefono. Tanto lui ha di meglio.
E Degas non va solo nel baglio della contadinella rimessa in qualche modo in sesto per quegli sporchi capelli dalla annuente e compassata madre, sa bene cosa sono i bagni profumati, da dove lei uscirà, erotica e ammiccante, ormai "ignuda e monda" el bel linguaggio di D'Annunzio,sempre per il (suo) piacere.
Ho scandalizzato ancora una volta qualche sterlizia bigotta monaca dell'alta cultura? Pazenza. E si goda con noi queste belle "ignude" di Degas:
 

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